01 maggio, 2012

God is a DJ

John Robert Parker Ravenscroft non sembrerebbe proprio il nome più adatto per tentare la carriera da speaker radiofonico; men che meno se a portarlo è un emigrato britannico che si presenta a un'emittente privata a Dallas, TX, nel 1965.
Ma si sa, l'apparenza inganna: dietro questa storia improbabile, infatti, si nasconde l'inizio della carriera nientemeno che di John Peel.
Una carriera che vedrà la sua fine solo nel 2004 quando Peel, sessantacinquenne, fu colpito improvvisamente da un infarto durante una vacanza in Messico. Quasi quarant'anni dietro un microfono davanti a un vetro, di cui trentasette passati negli studi di BBC1. Trentasette anni in cui lo Scouser ha contribuito a formare la storia della musica britannica, registrando più di 4000 live sessions radiofoniche con più di 2000 artisti diversi - cose di questo genere:









Alla sua morte, John Peel aveva a sua disposizione una raccolta di 65mila dischi in vinile, di cui 40mila singoli, meticolosamente schedata.
Da oggi, grazie al John Peel Centre for Creative Arts, tutto questo archivio sarà digitalizzato e reso disponibile online, su thespace.org: non solo copertine, tracklisting e libretti dei dischi, ma anche annotazioni, schede e valutazioni compilate da Peel stesso, oltre a materiale disponibile gratuitamente in streaming - tra cui 30 ore di home video girati dal DJ, inediti, scoperti nello studio della sua casa nel Suffolk.

I primi 2600 titoli appariranno nei prossimi sei mesi, 100 alla settimana, annunciati su twitter - quindi, followate immediatamente @johnpeelarchive.

UPDATE:
Il record 0001 dell'archivio è appena comparso: in ordine rigorosamente alfabetico, si tratta di un disco di Mike Absalom, Save the Last Gherkin for Me!, ed è interamente in streaming qui sotto. Enjoy!

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